La coltivazione della canapa indoor non deve essere associato ad un processo impossibile. Con alcune istruzioni da seguire si possono ottenere importanti e gratificanti risultati.
Coltivare cannabis indoor può essere senza dubbio un ottimo passatempo che garantisce sicuramente una buona dose di privacy ed anche, ovviamente, la possibilità di avere a disposizione canapa tutto l’anno.
Requisiti tecnici e temperatura ottimale
Consiglio numero uno è quello di operare in un ambiente le cui dimensioni minime siano 0,5 x 0,5 x 1,50 (metri) in quanto un ambiente più piccolo influisce negativamente sulla coltura.
Altro passaggio da tenere bene in mente è un costante controllo della temperatura e dei livelli di umidità.
Nella coltivazione della canapa indoor la temperatura consigliata nelle ore di luce deve essere intorno 19-25 gradi; nelle ore di buio, invece, intorno ai 15-19 gradi poiché una temperatura più alta comporterebbe una diminuzione della fotosintesi, aumento della traspirazione e di conseguenza un elevato rischio di appassimento o morte delle piante.
Temperature più basse, invece, potrebbero comportare una minore crescita della pianta ed aumentare il rischio di sviluppo di patogeni e funghi.
Altro fattore importante è il controllo dei livelli di umidità che deve essere tenuta tra il 60% e il 75 % durante la crescita; dal 60% al 50 % in fioritura. L’umidità può essere indotta o estratta mediante umidificatori o deumidificatori.
Il processo di fotosintesi
Nella coltivazione indoor della canapa un ruolo fondamentale lo giocano anche questi tre elementi: acqua, aria e luce.
Aria
Le piante durante il giorno consumano anidride carbonica (Co2) e producono ossigeno quindi nella fase luminosa della fotosintesi bisogna favorire l’ingresso di aria nuova, mantenendo la temperatura costante, per integrare anidride carbonica.
È importante evitare gli aumenti di temperatura per impedire sia il superamento del punto di saturazione dell aria che la formazione di bolle di umidità. Ideale sarebbe installare due estrattori d’aria: uno di uscita e uno di entrata e per rendere l’aria più omogenea, piazzare uno o più ventilatori a seconda delle dimensioni della coltura.
Acqua
L’acqua è fondamentale per le piante perché ha dei parametri variabili in base alla sua qualità. Devono essere note le quantità di sali e minerali presenti al suo interno.
Questo parametro viene espresso mediante EC (elettroconducibilità), espressa in microsiemens (mS/cm), e l’acidità o alcalinità dell’acqua espressa in pH. I sali sono dei minerali quindi nutrimento per le piante. L’acqua ideale per le piante è quella che ha un EC iniziale fra 0.2 e 0.4.
Luce
Le piante possiedono un pigmento verde chiamato clorofilla ovvero una molecola indispensabile per realizzare la fotosintesi. Nella fotosintesi le piante fissano la Co2 atmosferica mediante l’attivazione della clorofilla attraverso la luce con lo scopo di produrre zuccheri per la pianta che, a sua volta, produrrà ossigeno come scarto.
Consigliamo di usare una lampada per ogni due metri. Più sarà potente la lampada più soddisfacente sarà il raccolto. Quasi sempre nelle colture indoor si dispone di luce sufficiente affinché la produzione di zuccheri sulle foglie sia massima, il colore delle foglie deve essere verde scuro con gambi duri e robusti e ovviamente, una fioritura abbondante e completa.
Le luci più comuni possono essere al sodio ad alta pressione (lampadine di colore chiaro per la crescita e più intense per la fioritura), al alogenuro di metallo (consigliate nella crescita per lunghezze d’onda maggiori e intensità minori a ricordare i colori primaverili) o a LED e/o LED COB (consigliate in coltivazioni a temperature ottimali).
È importante tener conto della distanza lampada-pianta in base alla potenza della luce: maggiore sarà la potenza della lampada maggiore dovrà essere la distanza lampada-pianta.
Germinazione della cannabis
Per la semina sarà importante seguire questa serie di semplici passaggi:
1. Idratare il seme immergendolo in acqua fin quando non affonda e lasciarlo in acqua per circa due ore.
2. Avvolgere il seme in cotone, tenerlo perennemente umido (va benissimo dell’acqua, ma si può anche mescolare con 3 gocce per litro di stimolatore radicale preferibilmente agli ormoni auxinici), riporre al buio con una temperatura intorno ai 23° e livelli di umidità intorno al 60% (questi sono passaggi fondamentali per un ottimo inizio) ed aspettare che si formino radichetta e cotiledoni (dalle 48 alle 96 ore).
3. Interrare la plantula preferibilmente in substrato a pH neutro; ottimali sono substrati con perlite o vermiculite al 60 % per circolazione aria in apparato radicale e per trattenere umidità. Invece per coltivazioni aeroponiche o idroponiche inserire il seme in lana di roccia e proseguire con germinazione fino alla formazione della plantula.
Crescita della cannabis indoor
Alla comparsa della plantula vedremo i due cotiledoni ovvero foglie che si formano allo stadio embrionale che hanno funzione di assorbimento di nutrienti dall’endosperma del seme e trasferiti alla plantula, che nel caso del genere cannabis saranno membranosi.
La crescita procederà con una ramificazione detta monopodiale cioè quella crescita che vedrà la gemma apicale allungarsi lasciandosi via via nuove ramificazioni che procederanno alla stessa maniera.
Fioritura della cannabis indoor
Per le piante che hanno il fotoperiodo, quindi non auto-fiorenti femminizzate, la luce deve essere presente almeno per 18 ore, fino alla comparsa delle stipole che generano i prefiori (avviene intorno alle 15-16 ore di luce) all’unione del picciolo delle foglie con il fusto.
I prefiori femmina sono bianchi formati da un calice che poi libererà i primi stigmi; i prefiori maschio, invece, sono formati da piccole sfere situati al punto di incontro del picciolo con il gambo che poi serviranno per liberare i semi. Per quanto riguarda invece le piante ermafrodite avremo la presenza di entrambi i fiori, sia maschili che femminili. Se non si usano semi femminizzati le piante ermafrodite possono costituire una seria minaccia per le altre piante della coltivazione incidendo negativamente sia sulla produttività che sulla qualità.Riguardo alle piante con il fotoperiodo (non auto fiorenti), per riconoscere più velocemente il sesso si può taleare una pianta ancora in fase vegetativa e poi farla attecchire a 12 ore di luce in modo da farla fiorire stabilendone cosi il sesso della madre in 15-20 giorni.
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CANNABIS INDOOR: TUTTO QUELLO CHE C’È DA SAPERE
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Coltivare cannabis indoor può essere senza dubbio un ottimo passatempo che garantisce sicuramente una buona dose di privacy ed anche, ovviamente, la possibilità di avere a disposizione canapa tutto l’anno.
Requisiti tecnici e temperatura ottimale
Consiglio numero uno è quello di operare in un ambiente le cui dimensioni minime siano 0,5 x 0,5 x 1,50 (metri) in quanto un ambiente più piccolo influisce negativamente sulla coltura.
Altro passaggio da tenere bene in mente è un costante controllo della temperatura e dei livelli di umidità.
Nella coltivazione della canapa indoor la temperatura consigliata nelle ore di luce deve essere intorno 19-25 gradi; nelle ore di buio, invece, intorno ai 15-19 gradi poiché una temperatura più alta comporterebbe una diminuzione della fotosintesi, aumento della traspirazione e di conseguenza un elevato rischio di appassimento o morte delle piante.
Temperature più basse, invece, potrebbero comportare una minore crescita della pianta ed aumentare il rischio di sviluppo di patogeni e funghi.
Altro fattore importante è il controllo dei livelli di umidità che deve essere tenuta tra il 60% e il 75 % durante la crescita; dal 60% al 50 % in fioritura. L’umidità può essere indotta o estratta mediante umidificatori o deumidificatori.
Il processo di fotosintesi
Nella coltivazione indoor della canapa un ruolo fondamentale lo giocano anche questi tre elementi: acqua, aria e luce.
Aria
Le piante durante il giorno consumano anidride carbonica (Co2) e producono ossigeno quindi nella fase luminosa della fotosintesi bisogna favorire l’ingresso di aria nuova, mantenendo la temperatura costante, per integrare anidride carbonica.
È importante evitare gli aumenti di temperatura per impedire sia il superamento del punto di saturazione dell aria che la formazione di bolle di umidità. Ideale sarebbe installare due estrattori d’aria: uno di uscita e uno di entrata e per rendere l’aria più omogenea, piazzare uno o più ventilatori a seconda delle dimensioni della coltura.
Acqua
L’acqua è fondamentale per le piante perché ha dei parametri variabili in base alla sua qualità. Devono essere note le quantità di sali e minerali presenti al suo interno.
Questo parametro viene espresso mediante EC (elettroconducibilità), espressa in microsiemens (mS/cm), e l’acidità o alcalinità dell’acqua espressa in pH. I sali sono dei minerali quindi nutrimento per le piante. L’acqua ideale per le piante è quella che ha un EC iniziale fra 0.2 e 0.4.
Luce
Le piante possiedono un pigmento verde chiamato clorofilla ovvero una molecola indispensabile per realizzare la fotosintesi. Nella fotosintesi le piante fissano la Co2 atmosferica mediante l’attivazione della clorofilla attraverso la luce con lo scopo di produrre zuccheri per la pianta che, a sua volta, produrrà ossigeno come scarto.
Consigliamo di usare una lampada per ogni due metri. Più sarà potente la lampada più soddisfacente sarà il raccolto. Quasi sempre nelle colture indoor si dispone di luce sufficiente affinché la produzione di zuccheri sulle foglie sia massima, il colore delle foglie deve essere verde scuro con gambi duri e robusti e ovviamente, una fioritura abbondante e completa.
Le luci più comuni possono essere al sodio ad alta pressione (lampadine di colore chiaro per la crescita e più intense per la fioritura), al alogenuro di metallo (consigliate nella crescita per lunghezze d’onda maggiori e intensità minori a ricordare i colori primaverili) o a LED e/o LED COB (consigliate in coltivazioni a temperature ottimali).
È importante tener conto della distanza lampada-pianta in base alla potenza della luce: maggiore sarà la potenza della lampada maggiore dovrà essere la distanza lampada-pianta.
Germinazione della cannabis
Per la semina sarà importante seguire questa serie di semplici passaggi:
1. Idratare il seme immergendolo in acqua fin quando non affonda e lasciarlo in acqua per circa due ore.
2. Avvolgere il seme in cotone, tenerlo perennemente umido (va benissimo dell’acqua, ma si può anche mescolare con 3 gocce per litro di stimolatore radicale preferibilmente agli ormoni auxinici), riporre al buio con una temperatura intorno ai 23° e livelli di umidità intorno al 60% (questi sono passaggi fondamentali per un ottimo inizio) ed aspettare che si formino radichetta e cotiledoni (dalle 48 alle 96 ore).
3. Interrare la plantula preferibilmente in substrato a pH neutro; ottimali sono substrati con perlite o vermiculite al 60 % per circolazione aria in apparato radicale e per trattenere umidità. Invece per coltivazioni aeroponiche o idroponiche inserire il seme in lana di roccia e proseguire con germinazione fino alla formazione della plantula.
Crescita della cannabis indoor
Alla comparsa della plantula vedremo i due cotiledoni ovvero foglie che si formano allo stadio embrionale che hanno funzione di assorbimento di nutrienti dall’endosperma del seme e trasferiti alla plantula, che nel caso del genere cannabis saranno membranosi.
La crescita procederà con una ramificazione detta monopodiale cioè quella crescita che vedrà la gemma apicale allungarsi lasciandosi via via nuove ramificazioni che procederanno alla stessa maniera.
Fioritura della cannabis indoor
Per le piante che hanno il fotoperiodo, quindi non auto-fiorenti femminizzate, la luce deve essere presente almeno per 18 ore, fino alla comparsa delle stipole che generano i prefiori (avviene intorno alle 15-16 ore di luce) all’unione del picciolo delle foglie con il fusto.
I prefiori femmina sono bianchi formati da un calice che poi libererà i primi stigmi; i prefiori maschio, invece, sono formati da piccole sfere situati al punto di incontro del picciolo con il gambo che poi serviranno per liberare i semi. Per quanto riguarda invece le piante ermafrodite avremo la presenza di entrambi i fiori, sia maschili che femminili. Se non si usano semi femminizzati le piante ermafrodite possono costituire una seria minaccia per le altre piante della coltivazione incidendo negativamente sia sulla produttività che sulla qualità.Riguardo alle piante con il fotoperiodo (non auto fiorenti), per riconoscere più velocemente il sesso si può taleare una pianta ancora in fase vegetativa e poi farla attecchire a 12 ore di luce in modo da farla fiorire stabilendone cosi il sesso della madre in 15-20 giorni.
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